Cari Compagni,
Non mi sono mai vergognato di dichiararmi prima comunista, poi del PDS poi dei DS , e ora, in un mondo che sta cambiando, più genericamente di sinistra, o meglio della vera sinistra, ed una cosa ho sempre combattuto: la prevaricazione e il dispotismo, ma se Voi non riconoscete in queste due parole la situazione che si sta vivendo in questo periodo nel nostro paese, vuol dire proprio che il sottoscritto non ha capito niente della politica e della vita in generale. A questo proposito vale forse la pena perdersi un poco anche sull'aspetto generale che sta assumendo la sinistra; credo salti agli occhi di tutti che quella figura politica e sociale cui ciascuno di noi era abituato e da cui quasi tutti noi proveniamo, quel partito di massa nato per rappresentare delle categorie e tutelarne gli interessi, nella sua corsa verso l'approdo della governabilità (intesa come esercizio del governo) passando per la rotta del centro, abbia finito col perdere molte di quelle peculiarità che ne facevano “ Il Partito”. Quella sinistra era il polo d'attrazione della gioventù che ad essa guardava come ad una speranza per un futuro migliore. Era quello l’orizzonte cui i disagiati e i bistrattati sociali facevano capo con sete di rivalsa, certi di riceverne una tutela all'abuso e al sopruso. Era quello l’orizzonte incubatrice e culla gestatoria di ogni e tutte le riforme che hanno cambiato la vita delle persone di questo paese.
Quella sinistra, compagni, si sta smarrendo lungo sentieri contorti e senza fine.
Cari compagni non sto scoprendo l'acqua calda, né ritengo di dire una banalità scontata. Quello che intendo ha origini molto sentite e profonde: la sinistra di cui parlo io, era ancora tale solo pochi anni addietro; stava gradatamente evolvendo da se stessa, perfezionando e istituzionalizzando le sue differenze con il comunismo ortodosso e stava, poco a poco, ufficializzando la sua essenza di espressione occidentale a pieno titolo, ma fiera della sua matrice e della sua storia. Era fiduciosa del suo futuro. Passando per la Bolognina: un'ulteriore scatto, fatto sempre tenendosi sulla corsia sinistra, ha rimarcato ancora di più la sua congenita diversità di essenza viva e capace di adeguarsi ai tempi. Era ancora se stessa quando ha portato in piazza milioni di persone al tempo del primo governo di Sua Emittenza. Poi, creata la coalizione dell'ulivo, abbiamo vinto le elezioni e sempre più, a mio avviso, si è andata palesando una deriva centripeta che sostituiva, mano a mano, gli ideali con le idee, con le logiche di strategia, con le finalità di coalizione. Deriva che anteponeva ad una condotta figlia di una continuità storica, una linea d'ispirazione sempre più lontana da quel simbolo che ancora albergava tra le radici della quercia. Quello che mi stupisce maggiormente è che, sempre più compagni, con pensieri parole ed azioni, sembrano rincorrere per superarlo, lo status d'ex comunisti, quasi che questo fosse una sorta di peccato da cui purificarsi. Ed è cosÏ, che una volta saldamente sulla plancia di comando della nave Paese, quella anima rivoluzionaria, quella fantasia e quella giovanile spensieratezza, che nelle nostre radici storiche di popolo latino non sono mai dipese dall'età anagrafica dei suoi elementi, sono di colpo sparite. Quanti di voi si sarebbero aspettati, con un comunista al Ministero degli Interni, l'apertura di tutti gli armadi chiusi e la conseguente conosciuta verità su tutti i misteri che hanno flagellato il nostro paese? Io credo tutti. Chi di voi, sentendo la viscerale commozione che il Ministro manifestò alla notizia della prima vittoria elettorale, non si sarebbe aspettato da Lui, una volta al Ministero della pubblica istruzione, un'effettiva riforma della scuola?. Non già a discapito di qualcuno ma almeno a vantaggio delle classi meno abbienti e invece si ripristinò il numero chiuso nelle università. Perciò io ora vi chiedo: quanti di Voi hanno potuto mandare i figli all'università o più semplicemente alle scuole superiori senza fare immensi sacrifici?
Tutti noi, credo, con la sinistra al governo avremmo sperato in una riforma sanitaria che tenesse conto degli effettivi bisogni della gente. Tutti noi con quella sinistra al governo avremmo sperato che i quattrocento euro bimestrali, ed a volte con somme anche inferiori, cessassero di essere la mortificazione periodica di gente che ha lavorato una vita. Tutti noi, poi, con un compagno alla presidenza delle presidenze avremmo sperato in una riforma costituzionale che desse una svolta rilevante alla vita del paese. Io vi chiedo, Ë possibile che persino i Savoia siano rientrati in Italia mentre nulla è cambiato per le classi più disagiate? E si potrebbe continuare con molti e molti altri argomenti. Non mi si venga a sostenere che questi sono discorsi da vetero-comunisti. Di vetero nel comunismo ci sono solo degli uomini troppo stupidi per capirne la grandezza della sua attuazione specialmente in chiave democratica e liberale.
Piuttosto bisogna affermare che dalla sinistra radicale si potrebbe e forse dovrebbe riprendere quella matrice che, in generale, questo Pd, ora ultimo discendente delle idee che furono di Gramsci, Togliatti e Berlinguer sembra aver perso anche sel ancora dice, almeno nelle parole, di conservare.
Creare una nuova sinistra! Una nuova sinistra compagni significa che noi tutti dobbiamo farci carico di tutti i mutamenti e le evoluzioni che, galoppanti, si sono manifestate in questi ultimi anni; ma significa anche che tutto ciò deve avvenire nell'ambito di quelle che sono le nostre origini e di quella che è la nostra storia. Si può anche alla fine diventare, tutti, un partito socialdemocratico, ma purché questo non sia quello che era degli scandali e delle tangenti. Si deve fare di tutto perché i compagni TUTTI, dai socialisti alle frange più estreme, si sentano anch'essi espressione di un'unica anima e sentita l'esigenza di apportare il loro contributo dall'interno non ne vengano, poi, frustrati e costretti all’abbandono. Secondo il mio parere dovrebbe essere prioritario creare un "feeling" biunivoco tra quelle che sono ora le varie parti della sinistra piuttosto che inseguire al centro chi ché sia; sono piuttosto i “centristi” infatti, che nell'ottica del bipolarismo, hanno fatto una chiara scelta di campo: quella della sinistra, sia pure moderna moderata e riformista. E quindi: io non so dove si andrebbe di più a parare con un’ennesima nuova formazione, ma ho letto molto attentamente i "Principi Fondativi" e i "Criteri ispiratori e regole della nuova formazione politica" che sono noti fin dal luglio '97. In questi documenti si parla di molte cose e di progetti e propositi tutti condivisibili e tutti quanti affascinanti al punto da farmeli ritenere una sorta di Vangelo, ma in essi vi è scritta anche una cosa sacrosanta e cioè "...tenuto conto della realtà dei partiti di sinistra è opportuno che i soci fondatori della nuova formazione aderiscano come soggetti collettivi per sottolineare la diversità d'origine e la volontà di confluire in un'esperienza comune". “ TENUTO CONTO DELLA REALTA’ DEI PARTITI DI SINISTRA…” e, quindi, questo significa, secondo me, che se è vero che nessuno deve cercare di annullare gli altri per imporre la personalità della propria formazione e tanto meno per imporre la propria personalità di singolo individuo è anche vero che è la sinistra il porto di approdo.
"Inteligenti pauca verba" dicevano i latini. Un Vangelo dunque, ma per quanto tale esso un problema lo aveva, tutto dipendeva, infatti, da chi avrebbe provveduto all'attuazione dei suoi principi. Chi è stato deputato a farlo non ha avuto una forte coscienza delle sue origini e della sua storia ma, pensando di agire in funzione del compiacimento di questo o di quello o di questa formazione o di quella, ha lasciato alla deriva una nave che veleggia al largo delle coste mediatiche e bordeggia gli interessi più vari. Ed è per questo allora, che io, un timore lo sento forte e spaventevole: la paura che la sinistra che fu di Enrico possa fare la fine del vecchio partito socialista, che era diventato tutto, tranne che una rappresentazione della sinistra. Mi duole costatare che comportamenti, ragionamenti, mancanza di fantasia nella gestione della cosa pubblica e il normalizzarsi al "Supremo Bene" del paese ci spingono, quasi in caduta libera, verso quella direzione..., e sarebbe la fine peggiore possibile per una STORIA che ha segnato e coltivato l’anima di milioni di UOMINI.
FORTEBRACCIOpubblicata da nel nome del popolo sovrano il giorno lunedì 12 settembre 2011 alle ore 23.56
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