sabato 24 settembre 2011

Santifichiamo le nostre Feste!


Abolire le feste che danno un significato alla nostra storia, significa cancellarla, quella storia. Cancellarla dalla memoria, rinnegarla. Ma soprattutto i nostri figli non sapranno mai cosa hanno fatto i loro padri, i loro nonni, per cosa hanno dato la loro vita, in cambio di niente. Di questo niente che ci circonda e che avvolge le menti di chi sta crescendo all’ombra di se stessi, in un deserto di valori e di conoscenza che va al di là dell’abbruttimento stesso cui un essere umano può arrivare. I loro eroi, gli eroi dei nostri figli, sono e saranno sempre di più, quelli che si vendono in cambio di un cambio di vestiti firmati, quelli che camminano sulle orme di scarpe alla moda, quelli che guidano ubriachi, perchè i soldi per la benzina e per le loro bevute, glieli abbiamo dati noi, o se li sono procurati vendendosi loro stessi, vendendo i loro corpi al miglior offerente, tradendo i nostri insegnamenti, se ci sono stati, per seguire quelli di miti creati appositamente per essere imitati da folle senza indivuidalità alcuna, senza distinzione, senza carattere. Folle che sono soltanto masse agonizzanti, senza aver mai saputo cosa signifca vivere. I nostri figli sono un allevamento di bestiame destinate al macello della mente, le loro droghe non sono soltanto quelle che si scambiano nel buio di discoteche, vicoli, o delle loro menti. Le loro droghe sono quelle che consumano davanti ai nostri occhi, senza pudore alcuno, perchè i primi a non vergognarci di loro, siamo proprio noi. Noi, che li lasciamo in compagnia di “grandi fratelli” e di veline già predestinate ad un mercato quotato non in borsa, ma nei portafogli di chi può permettersi di tutto. Anche di uccidere la gioventù. I nostri giovani vivono da vecchi, ma vecchi senza passato. I nostri bambini sono già degli adulti quando ci chiedono qualcosa sapendo di riceverla. I nostri bambini non credono più alle favole, a babbo natale, alla befana… ma fingono di crederci, perchè sono consapevoli che la finzione frutterà loro qualcosa. E crescono così, nella finzione di credere in qualcosa. Che non c’è … non c’è più… anzi, per loro, non c’è mai stato. Sono poveri, i nostri figli, più dei nostri nonni, dei nostri padri. Più di noi… Ma noi possediamo ancora un’arma che potrebbe sconfiggere i loro mostri, quei mostri che popolano il mondo dei nostri filgli. E l’arma è il ricordo, la verità. Raccontiamogliela, raccontiamo la storia ai nostri bambini, con i suoi morti, con i suoi eroi, quelli veri. Rendiamoli partecipi di un mondo che c’era una volta… e che ora non c’è più. Impediamo che ci tolgano i natali della nostra storia, che tolgano le epifanie di un passato umano, degno di essere ricordato, festeggiato. Facciamo sì che sia festa, nei giorni che abbiamo insegnato, che insegneremo ai nostri figli. Abbiamo il doveredi festeggiare insieme a loro, i nostri eroi, e loro hanno il diritto di festeggiare insieme a noi. Di sentirsi fieri di essere eredi di quel passato, di sentirsi parte di quel grande albero le cui radici sono anche le loro.

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