sabato 24 settembre 2011

Così Berlusconi raccomandò a Finmeccanica il “comitato d’affari” di Gianpi Tarantini


pubblicata da nel nome del popolo sovrano il giorno martedì 20 settembre 2011 alle ore 13.55
Non solo "fatti privati". Pierfrancesco Guarguaglini, numero uno del colosso pubblico, racconta una telefonata del presidente del consiglio: "Mi chiese di far entrare Intini in Sel Proc". Dalle intercettazioni emergono altre pressioni, come contropartita della "fornitura" di escort. La Procura di Bari apre il filone sulla corruzione

Pierfrancesco Guarguaglini
Si dava da fare, il presidente del consiglio, per ricompensare il fornitore di escort Gianpaolo Tarantini. Oltre a quello che emerge dagli atti depositati nei giorni scorsi, arriva la tetimonianza diretta di Pierfrancesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica, il gigante pubblico a cui l’imprenditore barese si dimostrava particolarmente interessato, insieme ai soci del suo “comitato d’affari” – come lo definisco i pm di Bari – Enrico Intini e Roberto De Santis. Intervistato da Il Messaggero, Guarguaglini racconta che Silvio Berlusconi gli telefonò per chiedergli esplicitamente di far entrare Intini nella Sel Proc, una società di Finmenccanica.

“Saranno state le 18 e 30 del del 15 dicembre 2008”, ricorda il top manager, “ero alla casa dell’Aviatore a una riunione dell’Aeronautica. Mi chiama Berlusconi e mi chiede se potevo far entrare una società del gruppo Intini nella Sel Proc srl”. Guarguaglini racconta di aver risposto “no di getto”, perché l’azienda era al 100 per cento di proprietà di Finmeccanica e dunque non c’era spazio per “un imprenditore esterno”.

E’ un’ulteriore conferma dello scambio che sta alla base del rapporto fra Tarantini e Berlusconi. I festini di Arcore e di palazzo Grazioli non sono soltanto “fatti privati” del premier. L’imprenditore della sanità pugliese investe decine di migliaia di euro per reclutare ragazze giovani, bellissime e disponibili e inviarle alle residenze del premier. Contestualmente, oltre a coltivare l’ambizione di un seggio al Parlamento europeo, chiede esplicitamente a Berlusconi di essere introdotto presso Finmeccanica e la Protezione civile. E Berlusconi si dà da fare per accontentarlo.

“Com’è andato l’incontro con Bertolaso?”, chiede il presidente del consiglio a Tarantini il 16 novembre 2008, neanche due mesi dopo la prima cena (e dopo cena) organizzata da quest’ultimo a palazzo Grazioli. “Molto bene”, risponde l’interlocutore. Il faccia a faccia con il numero uno della Protezione civile è stato officiato dallo stesso Berlusconi, come dimostrano altre telefonate agli atti dell’inchiesta di Bari e come ha recentemente confermato Guido Bertolaso stesso in una lettera al Corriere della Sera: “Ho già dichiarato da tempo di aver incontrato il signor Tarantini, su richiesta del presidente che me lo ha passato al telefono. È venuto nel mio ufficio accompagnato dal signor Intini”.

Passa qualche settimana e Berlusconi, dopo aver parlato ancora della questione Bertolaso, rassicura Tarantini anche sul fronte Finmeccanica: “Ho fissato un appuntamento per martedì con Guarguaglini per quella cosa…”. E Tarantini: “Benissimo!”. Dall’inchiesta di Bari al momento non emergono affari davvero conclusi dal “comitato” di Tarantini, grazie ai buoni uffici dell’”utilizzatore finale” delle escort, ma i buoni uffici ci sono stati. Va anche ricordato che il giro di escort tra i due comincia nell’autunno del 2008, ma già nel giugno del 2009 Tarantini emerge come indagato nell’inchiesta di Bari, e naturalmente intorno a lui si fa terra bruciata.

Chiuso il filone escort, la Procura di Bari apre ora il fronte della corruzione. Una quindicina di appalti di Protezione civile e Finmeccanica a cui puntava Tarantini – compreso un gasdotto tra Italia e Albania che faceva capo alla Sel Proc – sono finiti in un’inchiesta stralcio che al momento avrebbe cinque indagati. Messi insieme valgono circa 50 milioni di euro. I pm Eurgenia Pontassuglia e Ciro Angelillis ipotizzano l’associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e alla corruzione.
FONTE:  http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/20/cosi-berlusconi-raccomando-a-finmeccanica-il-comitato-daffari-di-gianpi-tarantini/158642/

UN TRENO DI DONNE PER SALVARE LA COSTITUZIONE 23-24 Settembre 2011


pubblicata da nel nome del popolo sovrano il giorno lunedì 19 settembre 2011 alle ore 19.41
La  iniziativa del Treno delle donne per la Costituzione è stata già accolta con grande entusiasmo non soltanto da moltissime donne, ma anche dagli uomini che condividono gli obiettivi di salvaguardia della nostra Carta costituzionale, considerata ancora oggi, a distanza di oltre 60 anni dalla sua approvazione, une delle più progredite ed equilibrate del mondo.

Il Comitato Promotore è composto da:

1) RETE DELLE DONNE SICILIANE PER LA RIVOLUZIONE GENTILE (Referente Nella Toscano)
2) GRUPPO VENETO RETE RIVOLUZIONE GENTILE (Referente Paola Bozzini)
3) MOVIMENTI CIVICI  (Referente Michele Boato)
4) RADIO CENTO PASSI (referente Liborio Martorana)
5) CONSULTA DELLE DONNE (Referente Wanda Montanelli)
6) ONERPO (Osservatorio Nazionale ed Europeo per il Rispetto Pari Opportunità, Ref. Aura Nobolo) 
7) FORUM AMBIENTALISTA (Referente Ciro Pesacane)
8) RETE VIOLA(Referenti: Bob Fabiani, Cristina Mazzoccoli, Claudia Moriggi)
9) MOVIMENTO NO COKE ALTO LAZIO (Referente Marzia Marzoli)
10) VESPRI SICILIANI, Referente Giovanni Palazzotto.
Sul sito e sulle pagine Facebook la rete di donne che salgono sul treno si amplia giorno dopo giorno con le adesioni tra tante di Udi, Aidos, Arcidonna, Cittadini Attivi, Rete Sportello Donna, Rete Centri Antiviolenza. Il Manifesto “Treno di Donne” http://www.trenodelledonneperlacostituzione.it
Invitiamo quindi a partecipare quanti condividono questa nostra iniziativa alla prossima riunione  convocata a  Roma in Via Sant'Ambrogio 4, presso la sede del Forum Ambientalista,  per la data di venerdì 29 luglio, ore 18,00 e di dare la propria adesione all’evento.

Nella Toscano per il Comitato promotore

Caro Presidente .... "let music play" pubblicata da Claudia Petrazzuolo il giorno domenica 18 settembre 2011 alle ore 7.45


pubblicata da nel nome del popolo sovrano il giorno domenica 18 settembre 2011 alle ore 9.15
Anni fa un “UOMO” di spettacolo, di cui molti di voi si ricorderanno, per opera del partito radicale venne eletto deputato al parlamento e da deputato venne scarcerato dalle prigioni in cui era stato rinchiuso a seguito di accuse infamanti. Quest’uomo, Enzo Tortora, diede la sua parola che se fosse stato condannato da un tribunale di questa Repubblica si sarebbe dimesso ed avrebbe combattuto dal carcere la sua battaglia d’innocenza. Onorando la sua parola vinse la propria personale battaglia da dietro le sbarre di una prigione risultando alla fine del giudizio completamente estraneo alle vicende che lo vedevano imputato. Un altro uomo (il minuscolo è causale), il prof. Toni Negri, accusato di terrorismo sempre grazie al partito radicale visse una storia simile, ma contrariamente ad Enzo Tortora, egli preferì rifugiarsi all’estero per sfuggire ad una condanna divenuta definitiva. Ed ancora ricordiamo l’on. Craxi, un omino che per alcuni era un esule, ma per la giustizia italiana era un latitante, che preferì un fuga dorata al giudizio di un tribunale. L’esempio principe dei nostri giorni ci mostra un ominicchio, vecchio, cisposo, bavoso, sesso dipendente, con manie di teocratiche e di grandezza, certamente non più in sintonia con sé stesso, aggrapparsi ad ogni espediente possibile per sfuggire non solo alla giustizia italiana che per legge si vede costretta a corrergli dietro in seguito a tutte le porcherie che egli non solo fa, ma che, altrettanto porcamente, STUPIDAMENTE FA senza alcuna intelligenza, sputtanando sé stesso, i suoi sodali e complici diretti, i suoi correi, i suoi legali, il suo governo, il NOSTRO PAESE, ed il consesso internazionale che di volta in volta è costretto a rapportarsi con lui.
Eppure, io vi dico che la COLPA NON E’ SUA! E lo dico assumendomi ogni e tutte le responsabilità derivanti da questa affermazione: egli è assolutamente, oramai alla fine di un decorso patologico estremamente grave, pernicioso ed infettivo, INCAPACE DI INTENDERE E DI VOLERE succube com’è delle sue manie e delle conseguenze delle stesse; lui non è processabile in quanto preda di una INFERMITA’ MENTALE CONCLAMATA. I suoi legali, tutti, nessuno escluso ottimi professionisti, valenti principi del foro e degni della penna del miglior Manzoni, invece di rincorrere ogni possibile scappatoia dovrebbero assecondare quei suoi familiari, ove ci fossero, nel richiederne la interdizione completa e salvarlo così da sé stesso e contemporaneamente dalla obbligatorietà della legge. Certo, così forse i milioni delle parcelle prima o poi cesserebbero di essere introitati, ma un pover’uomo troverebbe forse la pace tra le braccia di una montenegrina o di una marocchina o di qualche soubrettucola italiana in cerca di tranquillità economica se non fisica magari dividendone il letto con una compagna di avventura con la quale fare a mezzo.
Detto dell’imputato e dei suoi difensori restano altre responsabilità oggettivamente estendibili ai suoi complici indiretti che in sequenza sono :
a) Coloro che hanno preferito credere alla parabola del cammello che improvvisamente riusciva a passare per la cruna dell’ago e lo hanno votato.
b) Coloro che hanno assecondato e sfruttato e perseverato nel peccato originale della sua elezione.
c) Coloro che, da persone per bene ed oneste, accortisi della sua infermità hanno preferito e tutt’ora preferiscono girare il viso fingendo di non vedere.
d) Coloro che per perseguire scopi, anch’essi sconclusionati ed utopici del tipo secessionista e fantascientifico, hanno coltivato la propria personale patologia.
e) Coloro che pur sapendo che in amore ed in guerra “tutto è permesso” hanno finto una contrapposizione palese e perseguito una sopravvivenza sottaciuta.
f) Coloro che avendone i mezzi codificati hanno preferito e preferiscono una formale equidistanza agli interessi del Paese.
g) Coloro che, tollerando il maggior peso delle decisioni e delle azioni e delle colpe e delle prevaricazioni e dei soprusi e delle angherie e delle ingiustizie sociali e delle schiavizzazioni e delle discriminazioni di questo stato di cose, continuano a sopportare limitandosi ad uno sdegno gridato e forse sincero senza, però, rischiare alcun chè del proprio miserrimo sempre più miserrimo privato.
In tutto questo baillame di considerazioni, io a quest’uomo devo riconoscere di essere riuscito a trasformare in fatto compiuto l’asserzione TUTTI COLPEVOLI … NESSUN COLPEVOLE e nel mentre egli si gloria e si bea nel dire che “FACCIO IL PREMIER A TEMPO PERSO”, io accuso TUTTI, nessuno escluso ed in special modo CHI, per storia personale, per decoro personale, per decenza personale, per dignità personale, DOVREBBE a questo punto FARE QUALCOSA, ritenendoli responsabili, dei danni morali e materiali a cui andrà incontro questo paese, DI TUTTO IL TEMPO PERDUTO e di tutto quello che ancora si perderà a normalizzare questa landa di terra disgraziata.
Caro Presidente Napolitano, LEI NON HA PIU’ IL DIRITTO di lasciare che la musica suoni, LEI oramai DEVE ASSUMERSI L’ONERE DI CAMBIARE GLI SPARTITI, Le piaccia o ne abbia o meno il coraggio.

Vabbè ... ovvero pensieri in libertà pubblicata da Claudia Petrazzuolo il giorno mercoledì 14 settembre 2011 alle ore 17.40


Per quanto sia un film famoso, per quanto per molti versi esso possa oramai considerarsi un Cult del cinema, io penso che molti di voi probabilmente non lo avranno visto e quindi, per chi volesse “Harry ti presento Sally” è in questi giorni in programmazione su Sky. Affascinante per la scenografia, i colori e le musiche, il film in questione, che si sviluppa sul rapporto di odio/amore simpatia/antipatia con empatia finale tra due persone, appunto Harry e Sally,varrebbe la pena di essere visto anche solo per una scena in particolare: quella in cui l’eroina della storia finge, mentre è seduta a tavola, nel bel mezzo di un ristorante all’ora di punta, brandendo a due mani un sandwich al pollo con seduto di fronte Harry, un ORGASMO riuscendo nella finzione in modo tanto realistico da bloccare in una posizione statuaria tutti gli astanti; si rende protagonista di questa recita al solo scopo di dimostrare quanto una donna possa ingannare un uomo se solo lo vuole. Parlando del genere, però, la cosa è altrettanto vera anche nell’ipotesi opposta, anche l’uomo, magari non sempre, magari non per sempre, magari non proprio nella stessa situazione, riesce quando vuole ad ingannare una donna.
Mi rifaccio a questo film ed a quella scena in particolare ed a quel “quella particolare finzione, perché essa riproduce un momento molto delicato, un momento a cui uomini e donne, gli uni per un verso le altre per un altro, prestano un attenzione molto particolare, a volte persino esagerata e controproducente: gli uomini lo ricercano come una conferma e le donne ne fanno motivo di preoccupazione quando dovesse mancare o presentarsi di rado. “ QUEL MOMENTO” è il centro di attività importantissime come ad esempio il “ crescete e moltiplicatevi”e il “non si vive di solo pane” se intendete ciò che voglio dire; quindi ad esso ci si presta impegno perché è cosa che ci interessa molto da vicino.
Da ciò passo a dirvi che Napoli esiste un proverbio il quale recita in questo modo : “Comandare è meglio che fottere!”. Mi perdonerete la crudezza del linguaggio, ma dovevo riportare il proverbio proprio per com’è perché adesso devo attirare la vostra attenzionesu alcune cose. La parola “POLITICA” deriva dal greco “politiké” e più propriamente dalle parole “polis” ed “etikos ” e significa letteralmente etica della città, viene sottintesa l’altra parola “Teknè” che completerebbe il concetto di” arte di governare gli stati” o più in genere “la cosa pubblica”. Quindi chi fa politica si occupa di qualcosa di molto delicato, si assume delle responsabilità molto grandi e dovrebbe impersonare al massimo quell’etica necessaria per occuparsi dell’etica di ciascuno degli altri e del loro insieme; questi ultimi, a loro volta, dovrebbero essere consci della delicatezza dell’insieme costituito dal “governo e dai governanti della cosa pubblica” e prestarvi la necessaria attenzione, il necessario controllo, il decisivo impegno, godendo di un orgasmo vero e proprio nel constatare giorno dopo giorno come le cose vadano nel migliore dei modi per tutti. Succede, invece, che in questo paese al concetto “governo della cosa pubblica” è stato sostituito il verbo COMANDARE ed alla parola etica si è sostituito il verbo FOTTERE, ragione per cui TUTTI, o la maggior parte di quelli che assurgono al ruolo di POLITICI lascia stare le reminiscenze degli studi di greco ed esercita la propria funzione di eletti dal popolo assimilando e facendo suo il proverbio napoletano di cui sopra. Ora, nel mentre può essere comprensibile, anche se non giustificabile, il fatto che chi assuma incarichi di potere li possa scambiare per incarichi di comando e trarne un ORGASMO non solo emotivo ma anche materiale e/o più genericamente pecuniario o di interesse privato, godendo poi nel fottere gli altri e s’è visto che maschi o femmine per certi politici purché respirino non fa differenza, PROPRIO NON SI CAPISCE DOVE STA L’ORGASMO DEL POPOLO NEL FARSI COMANDARE E NEL FARSI FOTTERE eppure,ciò nonostante, io ho la certezza che se ci fosse un OSCAR per quelli che meglio recitano la loro finzione, NOI ITALIANI riusciremmo a vincerlo perennemente, nessuno meglio di noi, infatti, riesce così bene a fingere un ORGASMO MASOCHISTA.

!! ora fate i conti con noi !!


La crisi economica globale scoppiata nel 2008 è ben lungi dall'essere risolta. Le contraddizioni dell'attuale modello di sviluppo continuano a manifestarsi in maniera dirompente, e i governi europei, di fatto commissariati dalle élite finanziarie transnazionali, non sanno proporre soluzioni diverse dal salvataggio forzato di un modello fallito, basato sulle ricette neoliberiste e monetariste che hanno prodotto la crisi.

Il ripensamento globale che noi auspicavamo non c'è stato. Anzi, si ripropongono i dogmi della governabilità e del pareggio di bilancio. La funzione delle politiche economiche e sociali, oggi, tiene conto di fattori come il rating del debito e la fiducia dei mercati, mentre ignora completamente le questioni sociali, le necessità e i desideri degli uomini e delle donne.


Un'inversione di tendenza è necessaria, e non possiamo tirarci indietro. A 10 anni da Genova, sull'onda dei percorsi di contaminazione tra le mobilitazioni che abbiamo messo in campo negli scorsi mesi, proponiamo la costruzione di un nuovo fronte unitario dei movimenti sociali, che sappia rovesciare quella funzione e metterne in campo un'altra, che tenga dentro gli uomini e le donne, la giustizia sociale e il salvataggio del pianeta, il nostro presente e il nostro futuro.
Siamo consapevoli di non essere autosufficienti, ma riteniamo che le studentesse e gli studenti, che abitano gli ultimi luoghi collettivi rimasti in questa società frammentata e desertificata, debbano far partire la scintilla che incendia la prateria.
Per questo proponiamo alcune idee, alcuni contenuti di alternativa per la costruzione di questo fronte di movimento, alcune proposte in grado di attraversare le iniziative che sapremo mettere in campo nei prossimi mesi. All'unità nazionale dei poteri forti, che si ritiene autosufficiente e impermeabile a ciò che si muove nel sociale, rispondiamo rilanciando sul piano della mobilitazione e della proposta. Non potete ignorarci: ora fate i conti con noi.
1.     La crisi economica è anche e soprattutto una crisi di democrazia, è il risultato dello spostamento dei processi decisionali lontano dai cittadini. Le politiche economiche e sociali sono ridotte a un compromesso tra le caste di privilegiati della finanza e i loro servi nella politica. Traditi e delusi da una classe dirigente corrotta e incapace, noi sfiduciamo il potere e rivendichiamo la riconquista della sovranità popolare, a ogni livello. Vogliamo una democrazia reale e partecipata, da costruire a partire dal potenziamento degli istituti di democrazia diretta. Dopo la riconquista del referendum, indebolito da anni, ora rivendichiamo che le leggi di iniziativa popolare siano obbligatoriamente discusse e votate dal parlamento. Niente può essere deciso senza il nostro voto: i contratti di lavoro, gli statuti delle università, la composizione del parlamento, così come la pianificazione produttiva e territoriale, che deve essere basata sulla partecipazione delle comunità.
2.     Le risposte alla crisi messe finora in campo ripropongono le stesse dinamiche che l'hanno generata. Le scelte di politica economica e sociale vengono lasciate ai mercati finanziari e agli organismi internazionali che ne fanno da cinghia di trasmissione (FMI e BCE in primis), in modo che vengano socializzate le perdite e privatizzati i profitti. Il debito privato viene scaricato sui bilanci pubblici, per poi lanciare l'allarme default e favorire nuovi tagli al sociale, nuove deregulation, nuove privatizzazioni. La tendenza va invertita con alcune misure prioritarie, come la regolazione degli strumenti finanziari e la divisione tra banche d'investimento (che devono tornare sotto il controllo pubblico) e banche creditizie. L'uscita dalla crisi non può che passare attraverso la riconquista della sovranità economica e la costruzione di un'altra Europa, realmente democratica e partecipata. Per questo dobbiamo accelerare sulla strada della costruzione di un movimento internazionale contro il neoliberismo e per una democrazia reale.
3.     La precarietà è la cifra identitaria della nostra generazione, il dispositivo attraverso il quale le nostre vite vengono messe al servizio del profitto in maniera massiccia e totalizzante. Il ricatto continuo e costante della perdita del lavoro livella verso il basso i diritti e le condizioni di lavoro e di vita di una parte sempre più ampia della popolazione. La globalizzazione neoliberista, permettendo ai capitali di circolare liberamente, produce una competizione al ribasso tra i lavoratori dei diversi paesi, alimentando la guerra tra poveri e estendendo il ricatto della precarietà anche al lavoro dipendente tradizionale. Questa vera e propria emergenza deve essere l'occasione di una ricomposizione sociale, attraverso una coalizione di uomini e donne, associazioni e movimenti, sindacati e reti, che ponga come obiettivi minimi l'abolizione di tutte le forme contrattuali atipiche che nascondono lavoro subordinato, l'estensione a tutti degli stessi diritti (malattia, maternità, pensione, ecc.) a prescindere dalla forma contrattuale, forme più avanzate di democrazia nei luoghi di lavoro, un nuovo welfare universale.
4.     Un sistema di welfare ampio e inclusivo è il presupposto necessario per la costruzione di una nuova cittadinanza sociale. Per riconquistare la dignità del lavoro e l'autodeterminazione delle scelte individuali serve una massiccia opera di redistribuzione, in grado di invertire la tendenza alla divaricazione tra salari e profitti degli ultimi decenni. Rivendichiamo una forma di reddito di base, in forma diretta e indiretta, come misura in grado di contrastare l'esclusione sociale e il livellamento verso il basso di salari e diritti. Rilanciamo una battaglia di resistenza in difesa dei servizi pubblici, che vanno liberati dall'invadenza dei partiti e dei privati e consegnati al controllo democratico dal basso dei cittadini. Chiediamo provvedimenti radicali a sostegno del diritto all'abitare, con un forte ruolo del pubblico che sappia calmierare gli affitti e proporre alternative sociali al mercato.
5.     La redistribuzione deve essere il tratto distintivo di una nuova politica economica. Respingiamo la retorica della crisi come carenza generale di risorse che richiede uguali sacrifici a tutti. I soldi ci sono, e ribaltare il dispositivo della crisi significa rivendicare la riappropriazione sociale dei profitti smisurati accumulati in questi anni. La lotta all'evasione fiscale, al sommerso e all'economia mafiosa e la tassazione dei grandi patrimoni, delle rendite finanziarie e delle transazioni internazionali sono i presupposti per una massiccia operazione redistributiva. Queste risorse, insieme a quelle provenienti dal taglio dei privilegi delle caste politiche e finanziarie, delle spese militari, dei finanziamenti a scuole e università private, delle grandi opere utili solo a chi le costruisce, permetterebbero la creazione di un fondo per il futuro, in grado di ricostruire l'economia su basi alternative.
6.     L'emergenza climatica ed energetica rende non più rimandabile la costruzione di un nuovo modello di sviluppo basato sulla giustizia sociale e sulla sostenibilità ambientale. Rivendichiamo la riconversione ambientale dell'economia e il diritto delle popolazioni a scegliere cosa produrre e come produrlo. Al modello energivoro e distruttivo della circolazione globale delle merci, che necessita grandi opere inutili e dannose, contrapponiamo la logica del ciclo corto e della mobilità sostenibile. Rilanciamo la battaglia per la ripubblicizzazione dei beni comuni, per il loro controllo partecipato dal basso, per la democrazia energetica.
7.     Un'inversione di tendenza globale non può che basarsi sul ruolo dei saperi all'interno della nostra società. Non possiamo più accettare un paese che muore e invecchia, non è possibile pensare e concretizzare le scelte radicali per il futuro che proponiamo senza l'immissione di una forte dose di saperi, di conoscenza, di innovazione ad ogni livello della società. E' necessario sapere di più e sapere meglio, saper fare e saper cambiare. Le continue riforme di smantellamento dei sistemi pubblici di istruzione e ricerca e ai continui tagli ai finanziamenti abbassano drasticamente la qualità dei saperi e fanno salire vertiginosamente i costi dell'accesso. Difendiamo il valore legale del titolo di studio, ma non ci rassegniamo alla sua perdita di valore reale. Per questo rivendichiamo un cambio di prospettiva, con un grande piano di investimento sui saperi, sulla ricerca, sul diritto allo studio, che renda possibile un'Altrariforma della scuola e dell'università.

pubblicata da nel nome del popolo sovrano il giorno martedì 13 settembre 2011 alle ore 23.05
!! ora fate i conti con noi !!(ricevo da Inge Poidomani e divulgo)

i perchè di ... pubblicata da Claudia Petrazzuolo il giorno lunedì 12 settembre 2011 alle ore 9.41

Un uomo: leggo, da qualche parte, che voci “amiche”, ove mai si potesse usare questo aggettivo riferendolo al nostro presidente del consiglio, parlino sempre più insistentemente all’uomo Berlusconi perché cominci a preparare una sua uscita dall’area di governo e pensi ad una sorta di concordato con alcune delle forze, ora all’opposizione, per poi dimettersi. L’uomo ha diversi problemi e non tutti solo di natura giudiziaria: finché resta capo del governo è comunque una figura di potere, comunque incute da una parte rispetto e dall’altra timore, comunque gli si deve del riguardo, comunque può trovare delle scappatoie a urgenze anormali. Qualora invece si dimettesse, onorevole o no, le cose acquisterebbero una accelerazione improvvisa e per lui tutto diverrebbe meno gestibile. L’uomo ha ben presente tutte queste cose, non è un politico ma un mercante e come tale pone i propri interessi al di sopra di ogni cosa lasciando quindi anche che il paese percorra sino in fondo quella china da cui poi sarà molto difficile risalire. Tutto ciò premesso DEVE essere chiaro a tutti che quand’anche l’uomo avesse una resipiscenza “coscienziale” il problema non sarà risolto perché chiunque gli succeda, in questa fase e per motivi di accordi prestabiliti, potrà solo essere peggiore e MAI migliore.

Un governo: tante volte avete letto o scritto che l’impianto che gestisce le cose nazionali si compone di nani clown e ballerine e questi sostantivi, benché usati a ragione, io, oggi, preferisco attribuirli alle cariche politiche e non alle persone in quanto tali. Non è pentimento o rispetto, che non c’è, ma è solo constatazione del fatto che queste persone, proprio perché nullità assolute faranno di tutto per non essere defenestrate, ricorreranno anche al ricatto politico per mantenere quanto più a lungo possibile un rilevanza che altrimenti cesserebbero di avere e che nessuno gli renderebbe mai più, ecco spiegato il perché quale che sia l’immediato futuro politico di questo disgraziato paese è letteralmente IMPOSSIBILE che esso sia indirizzato verso una equità e verso una transizione tali da assicurare un cambiamento normale, non solo di indirizzo, ma anche generazionale e qualitativo.
Un popolo: le persone di cui sopra parlavo, sono comunque espressione di un voto popolare. Un voto condizionato, dovuto a scelte guidate ed imposte, ma pur sempre popolare. Le persone che compongono il popolo di questo paese sono TUTTE, compresi coloro che non hanno votato a destra, in qualche modo ricattabili; non perché malfattori o disonesti, ma proprio perché onesti e lavoratori; hanno al settanta/ottanta percento dei casi qualcosa da perdere, hanno la consapevolezza di non stare troppo male rispetto al peggio dell’ignoto, si guardano indietro ed ancora, lì, vedono qualcuno che sta peggio e quindi, si convincono che hanno ancora la possibilità di fare un ulteriore buco alla cintura e sperano che succeda qualcosa per intercessione divina che risolva come d’incanto la situazione. Disquisiscono di mercati e di spread, di buoni del tesoro o di bond europei, si fingono economisti come lo si finge Tremonti e dimenticano, o fingono di dimenticare, la personale lista della spesa quotidiana che diventa di giorno in giorno più cara rendendo le loro dispense sempre più vuote e più difficili da rendere presentabili. Augurarsi la FAME per tutti non è onesto né bello, ma certo è che fino a che ci sarà qualcuno che sta peggio, a nessuno di noi verrà in mente di lottare seriamente per il bene di tutti gli altri.
Una Nazione: quale?. Se qualcuno sa indicarmene una che possa identificarsi nel territorio che va dalle Alpi a Pantelleria io sarò ben lieta di disquisirne. Esseri lombardi piuttosto che campani, sicliani, veneti, sardi o pugliesi o … qualcos’altro, non vuol dire essere ITALIANI. Almeno fino ad ora … domani si vedrà!.

pubblicata da nel nome del popolo sovrano il giorno martedì 13 settembre 2011 alle ore 0.07

Claudia Petrazzuolo Ricevo e trasmetto ( da e di Fortebraccio) 12-09-2011

Cari Compagni,
Non mi sono mai vergognato di dichiararmi prima comunista, poi del PDS poi dei DS , e ora, in un mondo che sta cambiando, più genericamente di sinistra, o meglio della vera sinistra, ed una cosa ho sempre combattuto: la prevaricazione e il dispotismo, ma se Voi non riconoscete in queste due parole la situazione che si sta vivendo in questo periodo nel nostro paese, vuol dire proprio che il sottoscritto non ha capito niente della politica e della vita in generale. A questo proposito vale forse la pena perdersi un poco anche sull'aspetto generale che sta assumendo la sinistra; credo salti agli occhi di tutti che quella figura politica e sociale cui ciascuno di noi era abituato e da cui quasi tutti noi proveniamo, quel partito di massa nato per rappresentare delle categorie e tutelarne gli interessi, nella sua corsa verso l'approdo della governabilità (intesa come esercizio del governo) passando per la rotta del centro, abbia finito col perdere molte di quelle peculiarità che ne facevano “ Il Partito”. Quella sinistra era il polo d'attrazione della gioventù che ad essa guardava come ad una speranza per un futuro migliore. Era quello l’orizzonte cui i disagiati e i bistrattati sociali facevano capo con sete di rivalsa, certi di riceverne una tutela all'abuso e al sopruso. Era quello l’orizzonte incubatrice e culla gestatoria di ogni e tutte le riforme che hanno cambiato la vita delle persone di questo paese.
Quella sinistra, compagni, si sta smarrendo lungo sentieri contorti e senza fine.
Cari compagni non sto scoprendo l'acqua calda, né ritengo di dire una banalità scontata. Quello che intendo ha origini molto sentite e profonde: la sinistra di cui parlo io, era ancora tale solo pochi anni addietro; stava gradatamente evolvendo da se stessa, perfezionando e istituzionalizzando le sue differenze con il comunismo ortodosso e stava, poco a poco, ufficializzando la sua essenza di espressione occidentale a pieno titolo, ma fiera della sua matrice e della sua storia. Era fiduciosa del suo futuro. Passando per la Bolognina: un'ulteriore scatto, fatto sempre tenendosi sulla corsia sinistra, ha rimarcato ancora di più la sua congenita diversità di essenza viva e capace di adeguarsi ai tempi. Era ancora se stessa quando ha portato in piazza milioni di persone al tempo del primo governo di Sua Emittenza. Poi, creata la coalizione dell'ulivo, abbiamo vinto le elezioni e sempre più, a mio avviso, si è andata palesando una deriva centripeta che sostituiva, mano a mano, gli ideali con le idee, con le logiche di strategia, con le finalità di coalizione. Deriva che anteponeva ad una condotta figlia di una continuità storica, una linea d'ispirazione sempre più lontana da quel simbolo che ancora albergava tra le radici della quercia. Quello che mi stupisce maggiormente è che, sempre più compagni, con pensieri parole ed azioni, sembrano rincorrere per superarlo, lo status d'ex comunisti, quasi che questo fosse una sorta di peccato da cui purificarsi. Ed è cosÏ, che una volta saldamente sulla plancia di comando della nave Paese, quella anima rivoluzionaria, quella fantasia e quella giovanile spensieratezza, che nelle nostre radici storiche di popolo latino non sono mai dipese dall'età anagrafica dei suoi elementi, sono di colpo sparite. Quanti di voi si sarebbero aspettati, con un comunista al Ministero degli Interni, l'apertura di tutti gli armadi chiusi e la conseguente conosciuta verità su tutti i misteri che hanno flagellato il nostro paese? Io credo tutti. Chi di voi, sentendo la viscerale commozione che il Ministro manifestò alla notizia della prima vittoria elettorale, non si sarebbe aspettato da Lui, una volta al Ministero della pubblica istruzione, un'effettiva riforma della scuola?. Non già a discapito di qualcuno ma almeno a vantaggio delle classi meno abbienti e invece si ripristinò il numero chiuso nelle università. Perciò io ora vi chiedo: quanti di Voi hanno potuto mandare i figli all'università o più semplicemente alle scuole superiori senza fare immensi sacrifici?
Tutti noi, credo, con la sinistra al governo avremmo sperato in una riforma sanitaria che tenesse conto degli effettivi bisogni della gente. Tutti noi con quella sinistra al governo avremmo sperato che i quattrocento euro bimestrali, ed a volte con somme anche inferiori, cessassero di essere la mortificazione periodica di gente che ha lavorato una vita. Tutti noi, poi, con un compagno alla presidenza delle presidenze avremmo sperato in una riforma costituzionale che desse una svolta rilevante alla vita del paese. Io vi chiedo, Ë possibile che persino i Savoia siano rientrati in Italia mentre nulla è cambiato per le classi più disagiate? E si potrebbe continuare con molti e molti altri argomenti. Non mi si venga a sostenere che questi sono discorsi da vetero-comunisti. Di vetero nel comunismo ci sono solo degli uomini troppo stupidi per capirne la grandezza della sua attuazione specialmente in chiave democratica e liberale.
Piuttosto bisogna affermare che dalla sinistra radicale si potrebbe e forse dovrebbe riprendere quella matrice che, in generale, questo Pd, ora ultimo discendente delle idee che furono di Gramsci, Togliatti e Berlinguer sembra aver perso anche sel ancora dice, almeno nelle parole, di conservare.
Creare una nuova sinistra! Una nuova sinistra compagni significa che noi tutti dobbiamo farci carico di tutti i mutamenti e le evoluzioni che, galoppanti, si sono manifestate in questi ultimi anni; ma significa anche che tutto ciò deve avvenire nell'ambito di quelle che sono le nostre origini e di quella che è la nostra storia. Si può anche alla fine diventare, tutti, un partito socialdemocratico, ma purché questo non sia quello che era degli scandali e delle tangenti. Si deve fare di tutto perché i compagni TUTTI, dai socialisti alle frange più estreme, si sentano anch'essi espressione di un'unica anima e sentita l'esigenza di apportare il loro contributo dall'interno non ne vengano, poi, frustrati e costretti all’abbandono. Secondo il mio parere dovrebbe essere prioritario creare un "feeling" biunivoco tra quelle che sono ora le varie parti della sinistra piuttosto che inseguire al centro chi ché sia; sono piuttosto i “centristi” infatti, che nell'ottica del bipolarismo, hanno fatto una chiara scelta di campo: quella della sinistra, sia pure moderna moderata e riformista. E quindi: io non so dove si andrebbe di più a parare con un’ennesima nuova formazione, ma ho letto molto attentamente i "Principi Fondativi" e i "Criteri ispiratori e regole della nuova formazione politica" che sono noti fin dal luglio '97. In questi documenti si parla di molte cose e di progetti e propositi tutti condivisibili e tutti quanti affascinanti al punto da farmeli ritenere una sorta di Vangelo, ma in essi vi è scritta anche una cosa sacrosanta e cioè "...tenuto conto della realtà dei partiti di sinistra è opportuno che i soci fondatori della nuova formazione aderiscano come soggetti collettivi per sottolineare la diversità d'origine e la volontà di confluire in un'esperienza comune". “ TENUTO CONTO DELLA REALTA’ DEI PARTITI DI SINISTRA…” e, quindi, questo significa, secondo me, che se è vero che nessuno deve cercare di annullare gli altri per imporre la personalità della propria formazione e tanto meno per imporre la propria personalità di singolo individuo è anche vero che è la sinistra il porto di approdo.
"Inteligenti pauca verba" dicevano i latini. Un Vangelo dunque, ma per quanto tale esso un problema lo aveva, tutto dipendeva, infatti, da chi avrebbe provveduto all'attuazione dei suoi principi. Chi è stato deputato a farlo non ha avuto una forte coscienza delle sue origini e della sua storia ma, pensando di agire in funzione del compiacimento di questo o di quello o di questa formazione o di quella, ha lasciato alla deriva una nave che veleggia al largo delle coste mediatiche e bordeggia gli interessi più vari. Ed è per questo allora, che io, un timore lo sento forte e spaventevole: la paura che la sinistra che fu di Enrico possa fare la fine del vecchio partito socialista, che era diventato tutto, tranne che una rappresentazione della sinistra. Mi duole costatare che comportamenti, ragionamenti, mancanza di fantasia nella gestione della cosa pubblica e il normalizzarsi al "Supremo Bene" del paese ci spingono, quasi in caduta libera, verso quella direzione..., e sarebbe la fine peggiore possibile per una STORIA che ha segnato e coltivato l’anima di milioni di UOMINI.
FORTEBRACCIO

pubblicata da nel nome del popolo sovrano il giorno lunedì 12 settembre 2011 alle ore 23.56

Attenzione!Democrazia in pericolo!



Attenzione!Democrazia in pericolo!
Se vuoi salvarla vai alla segreteria del tuo Comune di residenza
(per i pozzallesi:Comune Centrale presso stanza di Sig.Rinaldo Corallo)
e firma per richiedere il referendum abrogativo della legge “porcellum”
prima del 25 settembre.

Le richieste di Referendum sono 2:
1.     la prima,detta “Passigli”,dal primo firmatario…
2.     la seconda detta “Firmo,voto,scelgo”promossa da Veltroni,Vendola e Di Pietro

La prima richiesta propone il “proporzionale”(più giusta rappresentazione del popolo italiano ma contiene delle caratteristiche "propositive"e il referendum è abrogativo e basta.... e per questo c’è il timore che non venga presa in considerazione…)
La seconda riporta la Legge elettorale odierna”Porcellum=porcata”al “mattarellum”,situazione sempre poco rappresentativa del popolo ma come si dice?”Il male minore” rispetto a quella vigente.
E’ importante FIRMARLE ENTRAMBE
al fine di poter dire la nostra come cittadini.

Nessuno ci dice nulla,tv di Regime muta, perché si vuole conservare una Legge elettorale fatta da Calderoli il Leghista nel 2005 a uso e consumo della Casta capitanata da Silvio berlusconi e dai suoi ruffiani ,di cui 84 condannati!,a discapito del Popolo italiano,che pur votando NON HA ALCUN PESO politico e di rappresentanza all’interno del Parlamento Italiano,poiché a causa di questa Legge i parlamentari vengono nominati(assunti)dal presidente del Consiglio Berlusconi Silvio,che sta in politica al solo scopo di non andare in galera.

Fonti :
su facebook cercare le pagine:

  • ”se non ora quando Pozzallo”; Prossimamente comunicazione di tavoli in piazza per raccolta firme.Aggiornarsi su “se non ora quando pozzallo”,pagina di facebook.
  • “nel nome del popolo sovrano”.

Fonti :  ( Richiesta referendum)

2.    http://www.firmovotoscelgo.it/ (Vendola,Veltroni,Di Pietro)

Referendum Passigli Proporzionale


Il referendum promosso da Veltroni ,Vendola e Di Pietro consiste nel ritorno al "mattarellum".

Il " mattarellum" è un sistema elettorale maggioritario che non prevede l'espressione di preferenze.
Praticamente ci sono degli ambiti territoriali(che sò,Trapani e altri due comuni limitrofi per esempio)in cui si presentano le liste con un candidato al Parlamento.La lista che prende più voti(anche un voto solo in più,quindi anche se ha preso il 12% e tutte le altre liste l'11,,99%)vince il seggio in quell'ambito territoriale.Quindi una lista può avere la maggioranza in Parlamento anche prendendo pochi voti.Il proporzionale invece(referendum passigli:vedere qui...http://www.referendumleggeelettorale.it/chi_siamo.htm) dice che se una lista a livello nazionale ha il 12% dei voti quella lista prenderà il 12% dei parlamentari.

Qui invece http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpel=C&dtel=20%2F06%2F1976&tpa=I&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S con il proporzionale.Si può vedere come la distribuzione dei seggi cambia drasticamente nei due sistemi.

::: Ministero dell'Interno ::: Archivio Storico delle Elezioni - Camera del 13 Maggio 2001
elezionistorico.interno.it
Sito Ufficiale de Archivio Storico delle Elezioni -
G.DAto

Santifichiamo le nostre Feste!


Abolire le feste che danno un significato alla nostra storia, significa cancellarla, quella storia. Cancellarla dalla memoria, rinnegarla. Ma soprattutto i nostri figli non sapranno mai cosa hanno fatto i loro padri, i loro nonni, per cosa hanno dato la loro vita, in cambio di niente. Di questo niente che ci circonda e che avvolge le menti di chi sta crescendo all’ombra di se stessi, in un deserto di valori e di conoscenza che va al di là dell’abbruttimento stesso cui un essere umano può arrivare. I loro eroi, gli eroi dei nostri figli, sono e saranno sempre di più, quelli che si vendono in cambio di un cambio di vestiti firmati, quelli che camminano sulle orme di scarpe alla moda, quelli che guidano ubriachi, perchè i soldi per la benzina e per le loro bevute, glieli abbiamo dati noi, o se li sono procurati vendendosi loro stessi, vendendo i loro corpi al miglior offerente, tradendo i nostri insegnamenti, se ci sono stati, per seguire quelli di miti creati appositamente per essere imitati da folle senza indivuidalità alcuna, senza distinzione, senza carattere. Folle che sono soltanto masse agonizzanti, senza aver mai saputo cosa signifca vivere. I nostri figli sono un allevamento di bestiame destinate al macello della mente, le loro droghe non sono soltanto quelle che si scambiano nel buio di discoteche, vicoli, o delle loro menti. Le loro droghe sono quelle che consumano davanti ai nostri occhi, senza pudore alcuno, perchè i primi a non vergognarci di loro, siamo proprio noi. Noi, che li lasciamo in compagnia di “grandi fratelli” e di veline già predestinate ad un mercato quotato non in borsa, ma nei portafogli di chi può permettersi di tutto. Anche di uccidere la gioventù. I nostri giovani vivono da vecchi, ma vecchi senza passato. I nostri bambini sono già degli adulti quando ci chiedono qualcosa sapendo di riceverla. I nostri bambini non credono più alle favole, a babbo natale, alla befana… ma fingono di crederci, perchè sono consapevoli che la finzione frutterà loro qualcosa. E crescono così, nella finzione di credere in qualcosa. Che non c’è … non c’è più… anzi, per loro, non c’è mai stato. Sono poveri, i nostri figli, più dei nostri nonni, dei nostri padri. Più di noi… Ma noi possediamo ancora un’arma che potrebbe sconfiggere i loro mostri, quei mostri che popolano il mondo dei nostri filgli. E l’arma è il ricordo, la verità. Raccontiamogliela, raccontiamo la storia ai nostri bambini, con i suoi morti, con i suoi eroi, quelli veri. Rendiamoli partecipi di un mondo che c’era una volta… e che ora non c’è più. Impediamo che ci tolgano i natali della nostra storia, che tolgano le epifanie di un passato umano, degno di essere ricordato, festeggiato. Facciamo sì che sia festa, nei giorni che abbiamo insegnato, che insegneremo ai nostri figli. Abbiamo il doveredi festeggiare insieme a loro, i nostri eroi, e loro hanno il diritto di festeggiare insieme a noi. Di sentirsi fieri di essere eredi di quel passato, di sentirsi parte di quel grande albero le cui radici sono anche le loro.

Fratelli e sorelle d’Italia uniamoci a coorte


E’ suonata l’ora di mandarli a casa tutti quanti, senza distinzione di destra o sinistra e centri vari ed eventuali.
Perchè non ci sono più, nè la Destra nè la Sinistra. Non sappiamo più chi sia l’avversario da combattere, a cui controbattere.
I nostri parlamentari si scambiano i posti in parlamento come fossero figurine… una collezione vergognosa di figure che fanno fare anche a noi, che non gli abbiamo scelti per rappresentarci, ma che ce li siamo trovati lì, seduti in un posto che non era quello a cui lo avevamo destinato.
Ci ritroviamo ad ascoltare i nostri eletti che dicono cose assurde, che cedono a lusinghe indecenti, pur di restare lì, a rubare a noi.
A depredare il Popolo anche dei propri ideali!
Quel Popolo che lavora, che perde il lavoro e che si dispera, quel Popolo che si suicida perchè nessuno fa niente per la sua dignità, che non si vede riconoscere nessun diritto ma solo doveri.
Il Popolo, adesso, ha un solo dovere: cacciarli via!
Diciamoglielo in faccia, non abbiamo timori revenziali alcuni. Sono loro che devono averli verso di noi! Sono loro che devono vergognarsi a guardarci in faccia. Ad abbassare il loro sguardo. Noi, il nostro, teniamolo fisso sul loro. Il Popolo deve avere sempre la testa alta, e i nostri ideali ancora più in alto!
Facciamoli sentire sempre sotto osservazione, facciamoli intendere che non ne possiamo più, che non li stiamo neppure a sentire.
Diciamoglielo apertamente, scriviamolo senza nessun timore.
Procuriamoci ognuno l’elenco di chi lo rappresenta, zona per zona.
Città, paese, rione, ecc… Deve essere un movimento capillare.
Dobbiamo continuare, senza stancarci, di dichiarare apertamente il nostro rifiuto a pagare tutto quello che non ci rende, ma che serve soltanto, dicono loro, ad un riassetto economico.
Ma di quale economia parlano? Facciamo intendere che di quella globale non ce ne importa niente, a noi, non ci tocca proprio! E delle loro finanze, ancora meno.
Il Popolo deve preoccuparsi di quella domestica, di economia!
Non vogliamo sentire parolone tipo rating, basilea 2 o 3… borse che cadono perchè spinte, e che si rialzano perchè il soccoritore possa vantarsi e avvantaggiarsi.
Di salvare il tutto, che poi, per noi,  non si risolve in niente, a noi non ci importa niente.
Anzi, non ci teniamo proprio a salvare le loro finanze!!!
A noi interessa salvare quel che resta di quel che ci siamo guadagati e che ci stanno portando via.
Non possiamo permetterci altre spese, se non a spese loro.
Ma dichiariamolo il nostro rifiuto, apertamente.
Nelle piazze di tutta Italia, sul Web, sui loro siti… non diamoli tregua.
Se si ritroveranno tutti sommersi di messaggi uguali, senza colore, senza bandiera, seri e consapevoli, si guarderanno intorno, si confronteranno fra loro. Perchè ad unirli sarà la paura di venir spazzati via.
E se lo vogliamo, si può, si può fare piazza pulita. Ricominciare tutto da capo, senza nessuno di loro, perchè ci hanno tradito tutti!
Non cediamo ai loro richiami sul Web, noi che del Web abbiamo fatto la nostra fortezza, non lasciamoli entrare con i loro cavalli di Troia.
Facciamoli intendere, sui loro siti, che non ci caschiamo più!
Che alle loro guerre intestine, alle loro minacce e promesse settimanali, quotidiane, ridicole e patetiche, non ci crediamo più.
Non crediamo più a nessuno.
Chiediamo un lavoro per tutti, e che vengano a proporcelo a casa nostra, perchè sono loro, che  di noi hanno e avranno sempre bisogno!
E’ questo il loro punto debole, che deve essere il nostro punto di forza!
Esigiamo che ogni parlamentare si presenti nel suo collegio, si presti ad ascoltare una nostra rappresantanza, per esempio il nostro gruppo potrebbe esserlo, ma questo incontro non dovrà risolversi in un loro comizio!
Guai a loro. Il comizio dovrà essere il nostro. Saranno loro quelli che dovranno ascoltare,ascoltarci!
E le nostre non saranno promesse o minacce, ma dichiarazioni di uno stato di cose innegabili.
Diciamoli, gridiamoli, scrviamoli:
“carissimo, perchè ci costi tanto, carissimo mantenuto, adesso è l’ora che ti metti a lavorare per portarti a casa uno stipendio da fame, che ogni mese ti piova in casa una pioggia di bollette da non poter pagare, che ogni mese rischi di non farcela a pagare la rata del mutuo, (se ce la fai, magari non compri le scarpe a tuo figlio). Che la banca minacci di portartela via, la casa, e che poi passi la tua pratica ad equitalia, che ti metta in mano ad altri strozzini.
Questo e molto altro.
Un altro troppo che ha passato i limiti non solo umani e disumani.
Li vogliamo vedere come noi, a fare l’attesa in un prontosoccorso strapieno di povera gente che magari ci si reca anche per un taglio, sì, ma perchè non si può permettere di comprarsi neppure di che medicarsi.
E ci sono, sì, ci sono anche queste persone.
I milioni di pensionati che fanno la fila sotto il caldo, che si sentono male, che escono nonostante non riescano neppure a camminare, perchè sono soli e devono per forza farla quella fila, per vedersi mettere davanti una cifra pari a quella che voi, cari onorevoli, non dareste neppure come mancia in una delle vostre tante cene di lavoro.
Noi, le cene di lavoro non possiamo permettercele, perchè il nostro lavoro non c’è! E avolte rischiamo pure che non ci sia la cena!
E come potete pretendere di chiederci ancora di più, invece di darci qualcosa, di anzi, di darci quello che ci aspetta. Di restituirci quello che avete tolto ai nostri figli per darlo ai vostri!
Dignità di un lavoro che ci metta in grado di far studiare i nostri figli con la prospettiva reale e non solo virtuale, di un futuro lavoro, di porterli fare sposare con la dignità che spetta ad ogni essere umano!
Non vogliamo che i nostri figli rinuncino a farsi una famiglia, a vivere la loro vita.
Non ci basta più sopravvivere, per permettere a voi di vivere oltre misura.
Svergognarli, sì, ma non per le loro malefatte personali, di cui ce ne freghiamo altamente, ma per aver rovinato l’Italia, di averla ridotta in modo che siamo noi, a vergognarcene, come se fossimo i colpevoli.
E lo siamo, lo siamo davvero, se non facciamo niente per fermarli.
Tutti, nessuno escluso. Lo abbiamo visto, non c’è scampo.
Sono tutti corrotti, in un modo o nell’altro.
Non possiamo più permetterci di scegliere il meno peggio.
No, vogliamo il meglio! Per noi e per i nostri figli.
E in nome dei nostri nonni!
Vogliamo che sia rispettata la Costituzione, non solo a vantaggio loro, ma anche e sopratutto, per noi, per l’Italia.
Per quell’Italia che non dobbiamo sentirci fieri di rappresentare solo quando vinciamo una partita di calcio, di riempirla di bandiere solo quando ci sentiamo campioni, vincitori.
E’ l’ora di tirarla fuori nell’ora della sconfitta, perchè solo chi cade può risorgere. Siamo caduti, sì, più in basso che non si può, ma adesso è giunto il momento di un nuovo risorgimento.
In nome della sovranità che ci appartiene.
I Fratelli e le Sorelle d’Italia

L’UNIONE FA LA FORZA

AMICHE E AMICI, COMPAGNI E NON, ITALIANE E ITALIANI, ABBIAMO ASSOLUTAMENTE BISOGNO DI UNIRCI. E’ INUTILE CHE CONTINUIAMO A DIRLO, E POI, QUANDO SI PROPONE QUALCOSA IN MERITO, VIENE FUORI IL GIUSTO, NON LO NEGO, MA ADESSO INUTILE, SENSO DI APPARTENENZA, DI IDENTITA’.
LA META DA RAGGIUNGERE,E’ UGUALE PER TUTTI.
E PER TUTTI, LA COSA ESSENZIALE E’ LA PASSIONEIONE CHE METTIAMO NELLA LOTTA, PER LA RICONQUISTA DELLA DIGNITA’ PERDUTA DEL NOSTRO PAESE E DEI DIRITTI DELLA GENTE.
Il progetto sarebbe quello di unirci tutti in un GRUPPO UNICO, CHE VEDE UNITI TUTTI I MEMBRI ISCRITTI AI VARI GRUPPI SPARSI, CHE CONDIVIDONO LE STESSE IDEE, GLI STESSI POST, GLI STESSI LITIGI, SIì, PERCHE’ ANCHE QUELLI HANNO LA SUA RAGIONE D’ESSERE. IL DIALOGO E’ ALLA BASE DI OGNI COSTRUZIONE IN GRADO DI RESISTERE ANCHE ALLE TEMPESTE, E NON DI CADERE APPENA SPIRA UN ALITO DI VENTO.
FISCHIERA’ IL VENTO, SOFFIERA’ LA BUFERA, MA ABBIAMO IL DIRITTO E IL DOVERE DI RESTARE IN PIEDI, DI NON CADERE. E SE CADIAMO, NON LAMENTIAMOCI TROPPO, SUCCEDE, QUANDO SI INIZIA A CAMMINARE. RIALZIAMOCI E ANDIAMO AVANTI… AVANTI POPOLO, CHE E’ GIUNTA DI NUOVO L’ORA DI RISCOSSA.
PER QUESTO CHIEDIAMO i gli iscritti aI SINGOLI GRUPPI DI ESPRIMERSI IN MERITO ALL’IDEA DI CONDIVIDERE, AL MOMENTO, PIU GRUPPI, DOVE RITIENE DI SENTIRSI RAPPRESENTATO E DI RAPPRESENTARE. DI POTERSI ESPRIMERE E DI SAPER ASCOLTARE GLI ALTRI. PERCHE’ IL RISPETTO RECIPROCO SONO ALLA BASE DI TUTTO. ED E’ PROPRIO LA BASE CHE E’ VENUTA A MANCARE, QUELLA BASE CHE HA SEMPRE FATTO ONORE AL NOSTRO PARTITO. 
E’ L’ORA DI SENTIRSI ONORATI DI NUOVO, E’ L’ORA DELL’ORGOGLIO DI APPARTENENZA. 
CHI E’ D’ACCORDO, BASTA SEMPLICEMENTE CHE SI ISCRIVA CONTEMPORANEAMENTE AI SEGUENTI GRUPPI CHE HANNO ADERITO FINO AD ESSO E CHE TROVERETE IN FONDO AL DOCUMENTO. 
SE ALTRI SE NE AGGIUNGERANNO, SE SARETE VOI A PORTARLI, BEN VENGANO.
NON IL MOMENTO, ADESSO DI INUTILI E NOCIVI INDIVIDUALISMI, IL PROTAGONISMO NON CI APPARTIENE, APPARTIENE ALLA CASTA. E GLIELO LASCIAMO, PERCHE’ QUANDO SARA’ IL MOMENTO CI VEDRANNO UNITI TUTTI SOTTO UNA STESSA BANDIERA, IL CUI COLORE NON SI DISCUTE. SU TUTTO IL RESTO SI PUO’, SI DEVE FARLO, MA SEMPRE CON NEL CUORE UN FIORE ROSSO!